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Pubblicato il: 20 Maggio 2025
La Lotta alle mafie è dignità delle lavoratrici e dei lavoratori
La CGIL con i Referendum dell’8 e 9 giugno restituisce una grande opportunità a chiunque abbia a cuore l’idea di un’Italia fondata sulla giustizia sociale, libera da mafie e corruzione.
In un Paese dove le disuguaglianze continuano ad aumentare e dove le aree povere del nostro Stivale sono tutte, da Nord a Sud, luogo di costruzione di consenso di clan e di interessi legali, ripristinare le condizioni democratiche, di sicurezza e di trasparenza sui luoghi del lavoro è una sfida quanto mai necessaria. Questa battaglia assume un significato ancora più forte se la si guarda attraverso il nostro impegno, quello di Libera che si batte contro le mafie credendo che sia possibile vincere questa sfida solo attraverso una condizione di eguaglianza sostanziale realizzata in tutta le aree del Paese.
I quattro quesiti referendari proposti dalla CGIL affrontano temi che riguardano da vicino la precarietà e i diritti dei lavoratori. L’abolizione dei contratti a tempo determinato senza causale mira a ridurre l’insicurezza lavorativa, un elemento che le mafie sfruttano per imporre condizioni di lavoro irregolari e per rafforzare il proprio potere economico e sociale. Il ripristino dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori rappresenta un passo fondamentale per garantire tutele a chi rischia di essere licenziato senza giusta causa, evitando così che i lavoratori più vulnerabili possano cadere vittime di pressioni e ricatti da parte di ambienti criminali che spesso vengono assoldati da interessi illegittimi dell’impresa per controllare il dissenso di chi lavora.
Anche la regolamentazione degli appalti è una questione cruciale. Le mafie trovano spesso spazio proprio in questo settore, approfittando di regole poco chiare per ottenere commesse pubbliche e gestire il lavoro in modo illecito. Garantire condizioni eque negli appalti significa contrastare il fenomeno del caporalato e della concorrenza sleale, due strumenti con cui la
criminalità organizzata si infiltra nell’economia legale. Infine, l’abolizione dei voucher è necessaria per evitare la creazione di un mercato del lavoro ancora più frammentato, in cui i lavoratori vengono pagati a chiamata e senza alcuna tutela, lasciando ampi margini di manovra per il lavoro nero e l’evasione fiscale.
Il lavoro dignitoso, la rappresentanza sindacale, la trasparenza negli appalti pubblici e privati sono i principali antidoti per contrastare l’infiltrazione mafiosa nell’economia legale. La precarietà crea insicurezza e isolamento, due condizioni che le organizzazioni criminali sfruttano per estendere la loro influenza e la loro violenza.
Per questo, i referendum della CGIL si intrecciano con l’impegno di Libera: promuovere il lavoro come diritto significa sottrarre terreno all’illegalità e costruire una società più giusta.
Partecipare al referendum e votare Sì significa scegliere un futuro in cui il lavoro non sia un elemento di ricatto, ma uno strumento di emancipazione e libertà. Significa sostener un modello di società in cui nessuno debba accettare condizioni ingiuste per paura di perdere il proprio posto, dove il lavoro sia riconosciuto per il suo valore e non trattato come una merce. È una scelta che riguarda tutti, perché rafforzare i diritti significa anche indebolire le mafie e costruire una comunità più sicura e coesa. Significa rafforzare la spina dorsale del nostro Paese: la coscienza collettiva
delle lavoratrici e dei lavoratori che possono rendere il nostro Paese davvero libero.
Da parte nostra daremo fiato, energie e corpi perché l’8 e il 9 giugno la maggioranza delle italiane e degli italiani riempia le urne e obblighi la politica a rimettere al centro il lavoro, la sua dignità, la sua sicurezza, la sua radice democratica.
Mariano Di Palma
Referente Libera Campania